Mauro Chessa è il Maestro del Palio di Asti 2016

Il Sindaco di Asti, Fabrizio Brignolo e l’Assessore alla Cultura Massimo Cotto hanno svelato il nome del Maestro del Palio 2016: è il noto pittore torinese Mauro Chessa.

Chessa, artista poliedrico, illustre componente del Gruppo degli “Undici giovani pittori di Torino”, si è formato all’Accademia Albertina di Torino con Menzio e Calandri.

Espone alla Biennale di Venezia nel 1956 e nel 1958 e prosegue poi con una intensa attività di mostre personali in tutta Italia e all’estero, riscuotendo notevole successo di pubblico e di critica.

Hanno scritto di lui tra gli altri: Luigi Carluccio, Felice Casorati, Massimo Mila, Albino Galvano, Italo Calvino, Italo Cremona, Giovanni Arpino, Angelo Mistrangelo, Vittorio Sgarbi, Marco Rosci ed Emilio Jona.

 

BIOGRAFIA
Mauro Chessa è nato nel 1933 a Torino, dove vive e lavora. Studia pittura all’Accademia Albertina con Menzio e Calandri, ed esordisce nel 1954 con la collettiva “Undici giovani pittori di Torino”. Partecipa alle Biennali di Venezia del ’56 e del ‘58, ed espone in numerose mostre di giovani pittori in Italia e all’estero. Nel ’55 e nel ’57 espone alle Ore, nel ’59 alla Gian Ferrari e, più tardi, nel 1982 alla Trentadue a Milano; nel ’60 e ’61 a Torino (Bottoni e Bussola) e a Norimberga (Universa-Haus); nel ’62 alla Penelope di Roma (con Francesco Casorati e Nino Aimone) e nel ’63 alla St. Martin’s di Londra. Alla fine degli anni sessanta si dedica al cinema d’avanguardia. Nel ‘79 lo scrittore Giovanni Arpino presenta la sua personale alla galleria Gian Ferrari di Milano. L’attenzione per il reale, una costante dell’artista, lo porta ora a dipingere nature morte d’oggetti quotidiani, periferie urbane, paesaggi delle Langhe o figure femminili, indagate in una loro umanità assorta. Citiamo, nel trentennio 1979-2015, le numerose personali alla Davico di Torino, Pomone di Lutry, Forni di Bologna, Trentadue e Gian Ferrari di Milano, al Centro Comunale di Cultura di Valenza e a Palazzo Lomellini di Carmagnola. Le maggiori collettive: “Roberto Tassi e i pittori” e “La figura”, curate da Marco Goldin al Palazzo Sarcinelli di Conegliano – “Paesaggio senza territorio”, “La natura morta nell’arte italiana del Novecento”, curate da Vittorio Sgarbi e “Il Po nel ‘900”, curata da Laura Gavioli, tutte al Castello di Mesola – Sur le versant de la peinture, 11 peintres à Turin”, curata da Gianfranco Bruno al Museo Archeologico di Aosta – “L’immagine e il suo doppio”, curata da Claudio Malberti, a Milano, Torino, Roma, Trieste, Urbino – “Cinq peintres de Turin”, a Strasburgo – “Art is life” Torino, L’Aia, Londra, Milano – “La parabola dei ciechi”, Lions international, Torino, Roma, Washington. New York. Nel 2001 la Regione Piemonte gli dedica una grande mostra antologica alla Sala Bolaffi di Torino, a cura di Marco Rosci, dal titolo “La buccia delle cose”. Nel 2004 dipinge due grandi opere sulla Resistenza (“Partigiani nella notte”, “I 23 giorni”) collocate stabilmente sulle pareti dello scalone monumentale del Comune di Alba. Nel 2006-2007 esegue, per la Fondazione Torino Musei, sei lunette intitolate “Negozi”, esposte in permanenza nella Galleria Umberto I° a Porta Palazzo, Torino. Nel 2015 presenta due mostre personali alla Fondazione Bottari Lattes (Spazio Don Chisciotte) a Torino e alla A.Pallesi Art gallery di Montecarlo.